Il Natale può far bene all’umore dei pazienti

Il periodo natalizio può essere, per molte persone, un momento di grande stress. Per un paziente onco-ematologico può invece rappresentare un’occasione per fare un pieno di emozioni, confrontarsi con una serie di limiti fisici e provare a superarli.

Il gran fermento che il Natale genera spinge molte persone a prendersi una pausa e a soffermarsi sul significato più profondo della ricorrenza (vale anche per i laici). Ci si concentra su quello che conta davvero. In realtà sono proprio le malattie che ci spingono in genere a soffermarci sull’essenziale, a lasciar perdere il superfluo.

C’è qualcosa che si può fare di molto importante durante il Natale e sempre, nel corso dell’anno. Prendersi cura di qualcuno. Come rilevano alcuni psicologi, chi lotta contro una malattia “impegnativa” come lo sono quelle ematologiche generalmente non ha voglia di rispondere a domande sul percorso di cura e sull’andamento della patologia. Si tratta di un argomento molto personale e quando possono, i pazienti  tendono giustamente a evadere dalle costrizioni della malattia, si allontanano con il pensiero dalla sofferenza che essa comporta. In questa stagione, molti di loro preferiscono immergersi nel clima delle feste e godere della compagnia delle persone care.

Ecco, allora, che il miglior regalo di Natale per loro diventa il tempo. Il tempo che si trascorre nella condivisione. Cucinare, dedicarsi alle decorazioni da appendere in casa, uscire per ammirare le luminarie, scegliere i regali, scrivere i biglietti augurali sono momenti da cogliere per godere del buonumore che nasce nel fare qualcosa con altre persone. Nel fare comunque qualcosa di piacevole, al di là del Natale. Se non si tratta di preparare il menu delle feste, sarà qualcos’altro. Esistono tante attività che possono aiutare a costruire un’atmosfera serena, in qualsiasi momento dell’anno. Per un paziente ematologico dedicarsi a una qualunque attività che apra una finestra di distrazione è di fondamentale importanza.

“La solitudine non favorisce la salute mentale, né quella fisica”, come si legge sul sito OHC. Diventa quindi essenziale “fare uno sforzo concertato per coinvolgere il paziente nella pianificazione di eventi, feste o tempo da passare in piacevole compagnia”.

Il ruolo dell’AIL è anche questo. I volontari della Sezione provinciale di Taranto si prendono cura delle persone che assistono, anche a livello psicologico. Curano la sfera delle emozioni, e non solo. Le attenzioni che rivolgono ai pazienti e alle loro famiglie non rappresentano esclusivamente un aiuto tecnico/medico. Sono un supporto costante per l’umore dei pazienti e dei loro cari.

Essere accanto a una persona che soffre significa tante cose. Significa impegnarsi, ma senza sforzi, quasi naturalmente, in un complesso di azioni, piccole e grandi, che possano aiutare quella persona ad affrontare tutte le fasi della malattia, per uscirne il prima possibile, per avere una migliore qualità della vita, durante la malattia.

Cosa possono fare invece i donatori? Sostenere le attività dell’AIL, a Natale e durante l’anno. In questo momento si può farlo scegliendo di dare un piccolo contributo in cambio di una Stella AIL. Le piante della solidarietà sono tra l’altro un ottimo veicolo di buonumore. Così come gli altri oggetti che l’Associazione propone per arricchire lo spirito del Natale. Un oggetto AIL aiuta i pazienti, alimenta la ricerca scientifica e fa bene al cuore. Ricordiamocelo sempre! Insieme si può battere qualsiasi patologia si può costruire un futuro migliore per tutti.

Per informazioni sulle Stelle di Natale, visitare la pagina Facebook dell’AIL – Sezione provinciale di Taranto.  

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