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Nella scala delle priorità delle metodiche di smaltimento dei rifiuti solidi urbani (RSU) unanimemente nota, e condivisa anche dalla Comunità Europea, l’incenerimento e le discariche sono agli ultimi posti, precedute dalle politiche di riduzione della produzione dei RSU e da quelle di recupero e riutilizzo dei materiali post-consumo. Nel nostro Paese, il problema dello smaltimento dei rifiuti ha acquistato una “visibilità” e rilevanza mediatica assolutamente particolari, inversamente proporzionale alla capacità di soluzione da parte degli Organismi preposti, per diventare infine non più argomento tecnico ma campo di scontro politico-giudiziario.
Uno degli aspetti che ha destato maggior interesse è quello legato all’incenerimento dei RSU e, in misura minore, essendo comunque argomento strettamente collegato al precedente, all’utilizzo di discariche, di servizio o meno. Un dato appare oggettivamente sconcertante sotto l’aspetto strettamente tecnico-organizzativo, ed è che si parli dell’incenerimento come di una misura adatta a fronteggiare la fase dell’emergenza rifiuti. Dimenticando che i tempi di realizzazione di questi impianti, quando si concretizzino tutte le condizioni (tecniche, logistiche, burocratico-amministrative, sociali) per un iter senza difficoltà, sono di almeno 4-5 anni.
Chi vede nelle politiche di riduzione della produzione dei rifiuti e nella raccolta differenziata (RD) una alternativa dicotomica alla pratica dell’incenerimento, ne sottolinea l’immediata operatività ed efficacia, seppur vincolata alla effettiva volontà e motivazione delle Pubbliche Amministrazioni nel perseguirle.
Sarebbe inoltre quantomeno riduttivo non ricordare come la questione dello smaltimento dei rifiuti in Italia sia affetta da forti fenomeni distorsivi in ragione degli enormi interessi economici - dei quali una quota non trascurabile illeciti - che ruotano attorno ad essa.
Ma lo smaltimento dei materiali post-consumo, quale che siano le scelte metodologiche adottate, è anche strettamente collegato all’argomento della salute pubblica e, tra tutte, proprio l’incenerimento e le discariche sono quelli che si ritiene abbiano il maggior impatto in questo campo.