Sono 3400 i casi di leucemia linfatica cronica registrati ogni anno in Italia. Si può fare qualcosa per far scendere questi numeri? Sicuramente finanziare la ricerca scientifica e informarsi sono due strade da percorrere, in parallelo, per combattere questa particolare forma di leucemia.
Per favorire una maggiore consapevolezza sul modo in cui affrontare la patologia che colpisce centinaia di migliaia di persone nel mondo ha preso il via un’iniziativa sostenuta da Astra Zeneca e patrocinata dall’AIL. Si tratta di una campagna nazionale progettata per spiegare quali siano le prospettive della scienza rispetto alla malattia e quali strumenti siano attualmente a disposizione dei pazienti, per vincerla.
“La leucemia linfatica cronica nella mia vita, un futuro da vivere” è il titolo della campagna nazionale che prevede una sezione dedicata, all’interno del sito AIL. Un luogo virtuale accessibile a tutti, con un video podcast con le voci dei pazienti e di chi si prende cura di loro, quattro video interviste con sanitari che sono in stretto contatto con i pazienti e un instant book.
Visionare il materiale della campagna è importante per conoscere le caratteristiche della malattia ed entrare, con empatia, nel mondo dei pazienti e dei medici. Attraverso l’iniziativa si scopre che in un caso su due non ci si accorge di essere malati. Moltissimi pazienti non presentano sintomi e arrivano a scoprire di essere affetti da leucemia attraverso esami di laboratorio prescritti dal medico per altre ragioni.
Sergio Amadori, presidente nazionale Ail, spiega che “la leucemia linfatica cronica è tipica dell’età più avanzata, il 40% delle diagnosi è effettuato oltre i 75 anni e solo il 15% entro i 50. Nella gran parte dei casi la malattia progredisce lentamente e, nei pazienti più anziani, over 75, può essere difficile riscontrare una differenza dell’aspettativa di vita rispetto alla popolazione generale. Il progetto relativo alla campagna nazionale di informazione si articola in un percorso motivante e interattivo”.
Ma quali sono i sintomi della malattia? Questo tumore del sangue si caratterizza per un accumulo di linfociti nel midollo osseo, negli organi linfatici e nel sangue. I linfociti sono come soldati che sorvegliano l’organismo; è grazie a loro che il sistema immunitario si attiva, in presenza di un pericolo. Ma nel caso della leucemia linfatica cronica i linfociti B si alterano, dando luogo a trasformazioni maligne. La malattia colpisce prevalentemente la popolazione anziana, ma può anche presentarsi in persone sotto i 50 anni.
Tra i sintomi, l’ingrossamento dei linfonodi del collo, dell’inguine e delle ascelle. In una fase più avanzata della patologia, il paziente può avvertire stanchezza e tachicardia. Il colorito del visto appare pallido. I linfociti B aumentano e ostacolano la formazione delle altre cellule del sistema immunitario che diviene quindi debole. Per questa ragione possono farsi largo infezioni e sintomi come la febbre apparentemente senza ragioni, i dolori articolari e la sudorazione notturna. Qualche paziente riferisce anche disturbi che si rivelano, all’esame clinico, autoimmuni.
È una malattia che si sviluppa lentamente; non per tutti i pazienti è necessario sottoporsi a specifiche cure. La patologia va costantemente monitorata. Oggi esistono percorsi di cura sempre più mirati, grazie alle conquiste della ricerca scientifica. Una vera e propria prevenzione non è possibile, ma informarsi fa sempre bene alla salute. Sosteniamo l’AIL, contribuiremo a supportare campagne informative come quella appena partita e favoriremo l’assistenza e la guarigione di tante persone.