La campagna vaccinale prosegue, anzi mette le ali con le dosi booster, ovvero i cosiddetti richiami destinati a chi ha già ricevuto il farmaco anti Covid-19 in doppia dose. Si parlava di questa possibilità da settimane, ora c’è il via libera dell’Ema anche per le persone con un’età compresa tra i 18 e i 55 anni (con Pfizer o Moderna dopo almeno sei mesi dalla seconda iniezione).
La terza somministrazione o richiamo serve a far crescere il numero degli anticorpi contro l’infezione da Sars-Cov-2. Per il momento, in Italia la misura riguarda gli ottantenni e gli ultraottantenni, ma anche i soggetti fragili sono invitati a prenotare il “richiamo”; le prime centinaia di somministrazioni sono state effettuate anche nella provincia di Taranto, che ha già una buona copertura vaccinale (oltre l’82% dei residenti dai 12 anni in su ha ricevuto almeno una dose).
Le persone a rischio sono gli immunodepressi, quindi i pazienti che hanno subito un trapianto, i malati oncologici e coloro i quali sono affetti da patologie autoimmuni. “Per loro il comitato per i medicinali umani (CHMP) dell’EMA ha concluso che la dose extra dei vaccini Pfizer e Moderna possa essere somministrata almeno 28 giorni dopo la seconda dose”.
Per quel che riguarda gli effetti collaterali, è in corso il monitoraggio. “Il rischio di infiammazioni cardiache dopo la terza dose non si conosce, e come avviene per qualsiasi medicinale, l’ente regolatorio dell’Unione Europea continuerà a monitorare i dati”.
In una nota, l’Ema ha spiegato che la terza dose è consigliata alle persone con sistema immunitario compromesso perché “sebbene non ci siano prove dirette che in questi pazienti la capacità di produrre anticorpi protegga contro il Covid, si prevede che una dose extra possa aumentare l’effetto protezione almeno in alcuni di loro”.
Anche i pazienti ematologici rientrano nella categoria delle persone a rischio maggiore di sviluppare complicanze, nel momento in cui dovessero contrarre il virus. Tuttavia, sono i medici presso i quali i malati ematologici sono in cura che forniscono loro indicazioni precise sull’eventuale opportunità di chiedere la somministrazione della terza dose del vaccino. È raccomandato quindi rivolgersi a loro, prima di qualsiasi decisione.
L’AIL, dal canto suo, è sempre pronta a orientare i pazienti, attraverso i canali tradizionali dell’Associazione: le pagine web e social, l’incontro diretto con i volontari delle Sezioni locali e il numero verde (800 226524) sempre attivo (per gli orari consultare la pagina dedicata, sul sito nazionale), al quale rispondono professionisti di ambiti diversi. Gli esperti ematologi sono disponibili a offrire assistenza anche per quel che riguarda i vaccini anti Covid-19. Sostenere l’AIL e la ricerca scientifica aiuta a costruire un futuro migliore per tutti.