Stop a tutte le discriminazioni nei confronti dei pazienti onco-ematologici. La proposta di legge sul diritto all’oblio oncologico arriva alla Camera. Si punta a garantire equità alle persone che si sono lasciate la malattia alle spalle. Equità di trattamento rispetto a tutti gli altri, a livello finanziario, lavorativo, economico e sociale. A dieci anni dalla guarigione, senza ricadute, gli istituti di credito, i datori di lavoro, le compagnie assicurative e chiunque entri in relazione con una persona guarita dal cancro non potrà più usare strumenti discriminatori. Per fare un esempio, in caso di richiesta di un prestito da parte di un ex paziente, le banche non avranno più accesso ai dati sanitari del richiedente.
Non potranno più discriminare quella persona, negandogli il prestito, sulla base dell’esperienza passata, cioè della malattia ormai superata.
Quest’ultima non potrà e non dovrà essere un ostacolo, nel momento in cui chi ha vinto la battaglia contro una patologia onco-ematologica vorrà riprendere in mano la propria vita. Abbiamo seguito l’iter che ha portato al disegno di legge firmato Boschi-Marrocco, e siamo lieti, come AIL Sezione di Taranto poter rendere conto di ogni sviluppo. Il passaggio alla Camera è un momento chiave nel percorso che porta all’emancipazione degli ex pazienti dal proprio percorso di cura, verso il raggiungimento della parità sociale, rispetto a chi non si è ammalato. Un diritto sacrosanto.
A dieci anni dalla remissione della malattia (senza ricadute), le persone guarite non saranno più costrette a dare informazioni sulla diagnosi e su quanto accaduto in seguito. Dieci anni diventano cinque, in caso di ex pazienti più giovani o in età pediatrica.
Lo step successivo alla discussione sulla proposta di legge alla Camera è la sua approvazione. Speriamo che possa avvenire in tempi brevi.
Purtroppo, le discriminazioni colpiscono chi ha dovuto lottare contro un tumore solido o del sangue, anche nel momento in cui quella persona decide di avviare l’iter per l’adozione di un figlio.
Chi valuta l’idoneità dei futuri genitori è tenuto naturalmente a considerare tutti gli aspetti che possano penalizzare la genitorialità; una malattia pregressa non dovrebbe essere considerata un ostacolo per chi voglia diventare genitore.
Oggi lo è ancora. Come lo è in sede di colloquio di lavoro e in altre situazioni. Con l’approvazione della legge sul diritto all’oblio oncologico, eventuali discriminazioni sarebbero punite.
Ricordiamo che nel nostro Paese un quarto delle persone che hanno ricevuto una diagnosi di tumore è oggi libero dalla malattia. È per loro che ci si batte, attraverso la proposta di legge. Inoltre, il numero delle guarigioni è in aumento, grazie alla ricerca scientifica.
Facciamo in modo che tali cifre crescano ancora, sosteniamo la ricerca scientifica, attraverso l’AIL.
Sosteniamo la vita! Se si è uniti, è possibile ottenere grandi risultati.