Quel che può fare un sorriso. Arriva la Carta della Gentilezza dei professionisti sanitari

La giornata dedicata, a livello internazionale, agli infermieri è alle nostre spalle, ma non il nostro desiderio di rendere omaggio a questa figura fondamentale nelle strutture sanitarie, nella vita di ogni paziente. 

Si prendono cura di noi quando stiamo male, la gentilezza è (o dovrebbe essere sempre) un loro tratto distintivo. A proposito di questo, è stata pubblicata la Carta della Gentilezza dei professionisti sanitari. Un documento evidentemente necessario, in un momento difficile come quello che la sanità pubblica italiana vive. 

La Carta intende promuovere comportamenti etici, presso tutte le figure che operano in ambito sanitario. Sappiamo che gli infermieri e i medici sono quelle cui facciamo riferimento più spesso, ma esiste un universo di operatori che spesso fanno la differenza. Pensiamo agli OSS (operatori socio sanitari), giusto per fare un esempio. Senza il loro lavoro, il paziente non potrebbe essere curato anche nell’igiene personale. Nel caso degli OSS, la gentilezza è tutto, accanto alla professionalità. Si tratta di entrare nella sfera intima del paziente, un universo di sentimenti e pudori in cui occorre entrare in punta di piedi. 

La Carta della Gentilezza è un’idea dell’associazione infermieristica tecnico-scientifica Ahna Italia che, per questa iniziativa, ha collaborato con GentleTude. Ogni indicazione contenuta nel documento ha un precedente, un riferimento forte nelle linee guida del Movimento Mondiale per la Gentilezza, nato in Giappone, alla fine degli anni Novanta. 

È importante accogliere gli altri sempre con il sorriso, ascoltare il paziente attivamente, favorendo il dialogo con lui. Un’altra indicazione fondamentale riguarda la gestione dei conflitti. Un bravo professionista dovrebbe evitare di scivolare in situazioni conflittuali con il paziente o con i suoi familiari. Naturalmente tanto dipende anche dal paziente ma, come si dice in questi casi, gentilezza chiama gentilezza. La Carta dedica spazio alle diversità e sollecita medici, infermieri e operatori a tutelarle, a valorizzarle, considerandole come risorse, cioè esattamente quel che sono. La Carta raccomanda inoltre di condividere il sapere, rispettare l’ambiente e gli animali, creare uno spazio umano e inclusivo nell’ambito lavorativo.

Sono indicazioni che i volontari Ail mettono in pratica tutti i giorni, nel loro impegno in favore dei pazienti onco-ematologici. Soprattutto quando entrano nelle case dei pazienti. Una delle attività più apprezzate dell’AIL locale è proprio l’assistenza domiciliare. Un operatore sanitario che entra in casa del paziente ematologico deve essere gentile, empatico e attento alle richieste, che possono arrivare anche dalla famiglia della persona in cura. La professionalità, le competenze personali sono valorizzate dalla capacità dei volontari Ail di entrare in sintonia con il paziente. Quest’ultimo ha davvero bisogno di molte attenzioni, non solo di cure e terapie farmacologiche. Supportiamo l’AIL, aiuteremo l’equipe multidisciplinare che assiste a domicilio chi si ammala. Grazie!

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