Nuove possibilità di trattamento per i pazienti con linfomi recidivanti e refrattari

I pazienti ematologici vedono all’orizzonte nuove possibilità di cura, in particolare per i linfomi maligni. Non solo, un gran numero di persone colpite da patologie del sangue sperimenta già gli eccellenti risultati degli studi scientifici più recenti.

Per quel che riguarda i linfomi a grandi cellule B recidivanti refrattari, i linfomi follicolari recidivanti e refrattari e quelli a cellule mantellari, le terapie con CAR-T potrebbero offrire nuove chance di trattamento per chiunque ne fosse affetto.

Attualmente le CAR-T vengono somministrate nel nostro Paese ai pazienti con linfoma a cellule B refrattario e recidivante in terza linea, come seconda linea di terapia. Particolarmente importanti sono i risultati dello studio multicentrico globale di fase III Zuma-7, che valuta la sicurezza e l’efficacia di axicabtagene ciloleucel rispetto all’attuale standard di cura, per la terapia di seconda linea, in pazienti adulti con linfoma a grandi cellule B recidivante o refrattario entro 12 mesi dalla terapia di prima linea.

In un follow up di oltre 47 mesi, la sopravvivenza del paziente trattato con la terapia appena citata sembra essere più lunga rispetto a quella ottenuta con i trattamenti tradizionali. Secondo i dati si tratterebbe di un miglioramento significativo, il più importante raggiunto negli ultimi trent’anni. Come si legge sul sito Ansa, che riporta le parole di Stefano Luminari, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, i dati hanno mostrato alti tassi di risposta e una remissione duratura in questo tipo di pazienti difficili da trattare. A un follow up mediano di 47,2 mesi, Zuma-7 ha dimostrato una riduzione del 27% del rischio di morte rispetto allo standard di cura. A 4 anni, il 54,6% dei pazienti che hanno ricevuto axicel sono vivi rispetto al 46% del braccio di confronto. È importante sottolineare che all’interno di questo braccio, il 57% abbia ricevuto una terapia cellulare in terza linea.

I risultati sono molto positivi anche per i linfomi follicolari recidivanti e refrattari e per quelli a cellule mantellari. Target fondamentali raggiunti grazie alla capacità della scienza, dei ricercatori, che operano contando anche sui contribuiti che noi stessi offriamo, quando doniamo all’AIL.

Ecco perché, come sottolineiamo spesso, sostenere l’AIL significa essere promotori di progresso, di balzi in avanti nella cura delle malattie ematologiche; significa nuove possibilità di prevenzione, oltre che di cura e sostegno ai pazienti attualmente in terapia. 

Per farcela, essi hanno bisogno di tanta forza, energia, tanta motivazione. E queste risorse si alimentano anche attraverso il sostegno offerto all’AIL. La solidarietà nutre la ricerca scientifica e aiuta i pazienti a uscire dalla condizione patologica o a convivere con la malattia in modo che quest’ultima non sia un impedimento a una vita soddisfacente. L’Ail di Taranto segue da oltre vent’anni i pazienti ematologici, anche a domicilio, e collabora con i medici dell’ospedale Moscati, perché abbiano tutte le informazioni utili per curare al meglio gli stessi pazienti. Sosteniamo l’Associazione! Partecipiamo all’evento AIL in Glamour (i dettagli sulla pagina Facebook). Leggeremo un numero sempre maggiore di notizie come quella che vi abbiamo dato oggi. Aiuteremo tante persone a stare meglio. Grazie!

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