La scuola solidale AIL

La scuola riparte. Quest’anno niente DAD, o almeno è quel che genitori e studenti sperano. Dalle istituzioni arriva qualche certezza, ma a determinare il destino dell’istruzione saranno i comportamenti individuali e collettivi. I ragazzi hanno bisogno di tornare in aula, di incontrare fisicamente i docenti e di condividere parte della giornata con i loro coetanei. La sezione provinciale AIL di Taranto si augura che le aspettative degli studenti e delle loro famiglie non vengano tradite, si augura quindi che le istituzioni siano in grado di mantenere le promesse fatte, restituendo la scuola agli alunni e viceversa.

Che si torni a studiare in presenza o a distanza o, ancora, in modalità mista, si può attraverso la sezione AIL shop, sul sito dell’Associazione, contribuire a dare una mano a chi affronta una malattia ematologica, attraverso gli oggetti che normalmente popolano le aule scolastiche.

Dal 1° settembre è nuovamente possibile ricevere a casa i Kit per la scuola targati AIL. Oggetti belli e solidali. Sacche, blocchi note, matite colorate, penne, evidenziatori, taccuini, quaderni e tutto quel che può servire per prendere appunti, contenere, trasportare, disegnare può anche essere veicolo di solidarietà. Ecco che le sacche, come gli altri oggetti creati appositamente per il tempo dello studio, ma anche per quello del relax, divengono strumenti attraverso i quali sostenere le attività dell’AIL e alimentare la ricerca scientifica.

Con un piccolo contributo (grande se si pensa alla sua destinazione), si riesce ad essere indirettamente accanto a uno o più pazienti ematologici, si sostiene l’impegno di uno o più volontari AIL. Persone, queste ultime, di grande generosità. Dedicano parte del loro tempo nel cercare di rendere migliore la qualità della vita dei pazienti ematologici. E i risultati sono sempre ottimi. Il paziente riceve, attraverso il sostegno dell’AIL, un’iniezione di fiducia. Non solo, riceve assistenza medica e psicologica, così come la sua famiglia. La sezione AIL di Taranto porta avanti da più di due decenni l’attività di assistenza domiciliare rivolta ai malati ematologici, e lo fa anche grazie a questo genere di contributi: le bomboniere AIL (ordinabili attraverso i contatti indicati su questo sito, nella pagina dedicata) e gli articoli per la scuola, dei quali il sito nazionale offre un’ampia vetrina.

Con un kit scuola completo si contribuisce a sostenere la lotta contro i tumori del sangue. In cambio di una donazione si può ricevere una comoda sacca in cotone bianco, con fondo e tracolla rossi, un blocco con 10 disegni da colorare e 40 fogli bianchi + 12 matite colorate e un kit con 4 evidenziatori colorati. Se andiamo oltre gli oggetti materiali, quel che si riceve è molto di più: è la certezza di aver aiutato qualcuno nel lungo percorso verso la guarigione, di aver inoltre finanziato la ricerca scientifica.

Allora, torniamo a scuola e impariamo quanto sia bello sostenere chi ha bisogno del nostro aiuto!

I trapiantati rispondono bene al vaccino anti-Covid

I pazienti ematologici, come chiunque sia affetto da una o più patologie a carico del cuore e/o di altri organi, corrono un maggior rischio di sviluppare, nel momento in cui dovessero contrarre il Covid, le complicanze della malattia. Per loro dunque è importantissimo vaccinarsi, a meno che non ci siano indicazioni contrarie da parte dei medici presso i quali sono in cura.

Si registrano intanto i primi significativi risultati rispetto all’efficacia dei vaccini anti-Covid nelle persone con malattie onco-ematologiche. Un recente studio, presentato al convegno dell’European Hematology Association (EHA), rivela che la vaccinazione è sicura e produce una risposta immunitaria nei pazienti che sono stati sottoposti a un trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche oppure in quelle persone che hanno seguito una terapia con cellule CAR-T.

La ricerca è stata condotta in Israele e fa ben sperare circa la possibilità di vaccinare un numero sempre più grande di pazienti ematologici con buoni risultati, ovvero con una buona protezione rispetto al virus Sars-CoV-2. In particolare, si sono ottenute risposte immunitarie soddisfacenti attraverso la somministrazione di vaccini a mRNA, con percentuali di protezione intorno all’80%.

Per i pazienti sottoposti a trapianto o a terapia a base di CAR-T si tratta di un’ottima notizia, un risultato inatteso persino per gli stessi autori dello studio, guidato da Ron Ram, direttore dell’Unità di trapianto di midollo osseo presso il Tel Aviv Sourasky Medical Center.

La ricerca naturalmente non è completa, sono ancora tanti gli elementi da valutare, uno dei quali è la durata della copertura vaccinale. In una percentuale molto bassa di pazienti si sono generate reazioni avverse. Anche in questo caso occorre studiare i meccanismi che portano a tali effetti indesiderati, per contenerli o eliminarli.

Tuttavia, c’è spazio per l’ottimismo, in un momento in cui di questa parola sembra essersi perso il senso. Occorreranno sicuramente ulteriori indagini per far luce su tutte le implicazioni che il vaccino comporta in questa popolazione di pazienti. I primi dati sono più che incoraggianti. Non bisogna dimenticare che per i trapiantati contrarre il virus sarebbe un grosso problema. La vaccinazione è la via per evitare complicanze che sarebbero difficili da gestire. Sentire il parere del proprio ematologo prima della somministrazione è comunque d’obbligo. Per maggiori informazioni sullo studio israeliano si può consultare il sito Pharmastar.

L’AIL supporta i pazienti anche con un’attenta e puntuale informazione. Ed è una voce sempre vicina alle loro famiglie. I volontari della Sezione provinciale di Taranto supportano materialmente (con l’assistenza medico-infermieristica) i malati ematologici e sono loro vicini anche psicologicamente. Spesso sono il tramite tra loro, i loro familiari e l’ospedale, e forniscono informazioni importanti su tutti gli aspetti che riguardano le patologie ematologiche. Inoltre, è attivo in maniera costante, ormai da mesi, il numero verde dell’Associazione 800 22 65 24. Anche venerdì 27 e sabato 28 agosto, dalle 15 alle 17, è in linea un ematologo che risponde a tutte le vostre domande.

Sosteniamo l’AIL, aiuteremo i pazienti ematologici ad avere una migliore qualità della vita, garantendo loro assistenza da parte di personale specializzato. Doniamo all’AIL, salveremo vite e alimenteremo la ricerca scientifica.

Se il microbiota è in salute, il trapianto è favorito

Il trapianto di cellule staminali emopoietiche allogeniche è una terapia che salva la vita a molti pazienti ematologici. Sul sito del Ministero della Salute sono reperibili tutte le informazioni utili sull’argomento. Ogni anno si effettuano, in Italia e in Europa, migliaia di trapianti. E oggi la medicina ha degli strumenti in più per indirizzare al meglio questa pratica.

Recenti studi hanno infatti dimostrato che il microbiota intestinale ha un ruolo nel determinare l’esito dell’intervento. Il microbiota è l’insieme dei microrganismi che popolano il tratto gastroenterico. La variazione del microbiota intestinale influenza in modo significativo lo sviluppo di una specifica e temibile reazione immunitaria post-trapianto, denominata malattia del trapianto contro l’ospite o “graft versus host disease (GVHD)”. A sottolinearlo è la dottoressa Raffaella Greco, ematologa presso l’Unità di Trapianto di Midollo Osseo dell’ospedale San Raffaele di Milano.

“Per il paziente ematologico sottoposto a trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche – spiega la dottoressa, autrice della ricerca sul microbiota – l’intestino rappresenta un punto cruciale per la modulazione del sistema immunitario e per l’immuno-ricostituzione post trapianto, fondamentale a sua volta per una buona risposta al trattamento. Inoltre, il microbiota ha un ruolo importante nella protezione verso le infezioni, che frequentemente si presentano nei pazienti trapiantati. Possiamo quindi ritenerlo un fattore cruciale per il determinarsi di molte delle complicanze che spesso si presentano in questi soggetti”.

Conoscere dunque la condizione di salute dell’intestino dei pazienti è fondamentale anche nella cura delle malattie del sangue. Un test che valuti la popolazione di microrganismi presente nell’intestino può aiutare gli ematologi a modulare le terapie in modo che possano portare ai pazienti benefici, contenendo gli effetti collaterali.

Sul microbiota, inoltre, si può persino intervenire, eliminando i batteri potenzialmente dannosi o comunque ristabilendo tra batteri buoni e cattivi un equilibrio favorevole al paziente. Esiste infatti la possibilità di trapiantare il microbiota fecale. Con questa pratica si ripristina una flora batterica attiva e ricca, in grado di svolgere le sue molteplici funzioni, interagendo positivamente con le terapie somministrate per la cura delle più diverse patologie, non solo quelle ematologiche. Un resoconto più dettagliato della ricerca condotta dalla dottoressa Greco è disponibile sul sito della Fondazione Gimema.

I risultati dello studio dimostrano ancora una volta che la conoscenza è fondamentale per stabilire il piano di cura più adatto a ciascun paziente. Più informazioni si possiedono sui farmaci, sulle condizioni di salute della persona colpita da una malattia, quindi sulle sue condizioni di base, prima dell’avvio delle terapie, più aumentano le probabilità che le cure funzionino. Crescono le chance di sopravvivenza, anche nel caso di malattie difficili da trattare.

La ricerca si sostiene attraverso il supporto offerto all’AIL. Anche un piccolo contributo può essere utile a salvare una vita. Non solo, le donazioni indirizzate alle Sezioni AIL provinciali sono necessarie alla prosecuzione delle attività di assistenza diretta ai pazienti. L’AIL di Taranto cura a domicilio centinaia di persone. Grazie al sostegno dei donatori è riuscita a dotarsi di un mezzo per il trasporto dei pazienti onco-ematologici che devono seguire un programma di cure presso l’ospedale S.G. Moscati. La solidarietà è più forte di qualsiasi malattia. Sosteniamo l’AIL, miglioreremo la qualità della vita dei pazienti e finanzieremo la ricerca scientifica.