Un bracciale AIL per i momenti belli delle vacanze

Se un diamante è per sempre, quindi per la vita, lo è ancora di più un bracciale. Non uno qualsiasi, ma un piccolo grande gioiello Cruciani, appositamente disegnato per l’AIL.

Il suo nome è Abbraccio e di fatto questo oggetto lo è. Un abbraccio offerto ai pazienti ematologici, alle loro famiglie e ai volontari dell’associazione. Con un piccolo gesto si possono aiutare tante persone. Il bracciale Cruciani è disponibile in doppio colore, sul sito della Sezione provinciale Ail di Taranto, nell’area Bomboniere.

È possibile averlo con un modesto contributo in denaro. Basta scegliere il colore e contattare lo 0994533289, oppure scrivere all’indirizzo ail.taranto@ail.it. Lo si può indossare o regalare o entrambe le cose; il suo valore è nella solidarietà che veicola. Siamo ad agosto e procurarsi quest’oggetto che, tra l’altro impreziosisce il polso e può restare lì anche quando entriamo in acqua al mare (perché non si rovina, a meno che non lo strapazziamo), può essere un modo per ricordarsi di un momento particolare. Per esempio, l’accoglienza di vecchi amici che non vediamo da tempo, il periodo delle vacanze estive 2021, una giornata passata in un luogo diverso. Questi e altri eventi, che segnano il ritorno a una relativa serenità, dopo i mesi del lockdown, possono restare nella memoria anche grazie al bracciale Cruciani per AIL. Si può pensare di procurarsene diversi, da regalare alle persone care, proprio per suggellare momenti speciali.

Un po’ come le bomboniere AIL. Servono sì a festeggiare una ricorrenza, ma anche ad averne futura memoria e a ricordarci il valore della solidarietà. La bellezza che si genera nell’aiutare qualcuno, un paziente ematologico, nel finanziare la ricerca scientifica, attraverso un oggetto da donare e da donarsi.

Perché donare sia la parola chiave anche in agosto. Donare un contributo in denaro, un bracciale, un pumo, un oggetto solidale, un po’ di tempo agli altri, il 5X1000 all’AIL…Le patologie ematologiche non vanno in vacanza. Chi è affetto da una malattia del sangue non conosce soste, non le conosce la sua famiglia, e nemmeno i volontari dell’AIL.

Durante le ferie, i nostri pensieri hanno bisogno di ossigenarsi. E noi abbiamo bisogno di continuare a dedicare qualcuno di questi pensieri a chi soffre. Aiutare qualcuno è rigenerante, fa bene alla salute e all’umore. È un concetto avvalorato anche dai dati statistici.

Perciò, tutti insieme, non smettiamo di sostenere l’AIL! Facciamolo anche durante le vacanze. Mentre siamo al mare, qualcuno potrebbe completare il suo ciclo di cure e ricevere la notizia, da parte dei medici, della sua avvenuta guarigione. Di questa potenziale e di tante reali, speriamo tantissime guarigioni, il merito è anche di chi crede nei valori dell’AIL. Di chi contribuisce, in qualche modo, a sostenere un paziente ematologico. L’Ail di Taranto ringrazia, come sempre, tutti i donatori. 

La medicina cambia, la solidarietà resta

Il rapporto medico-paziente è importante ai fini del decorso della malattia. Si può affermare che alla base della cura ci sia proprio la fiducia del paziente nel percorso terapeutico che il medico disegna per lui. Le facoltà universitarie dovranno in futuro (in parte già lo fanno) prestare sempre più attenzione a questo aspetto, inserendo esami nel piano di studi che insegnino a comprendere in che modo relazionarsi con i pazienti.

La medicina sta cambiando rapidamente, stanno cambiando gli strumenti dell’offerta formativa. Nelle aule universitarie, come ben sottolinea un vecchio articolo pubblicato sul numero 84 di Wired (che riprendiamo per la sua attualità), si utilizzano mezzi assolutamente innovativi, altamente tecnologici. Esistono software che permettono di visualizzare organi e tessuti in 3D.

Nelle università dotate di una maggiore capacità economica, la digitalizzazione ha investito qualsiasi ambito. I simulatori aiutano gli aspiranti medici a laurearsi e arrivare nelle strutture sanitarie con maggiore consapevolezza e capacità di risolvere i problemi. Anche gli infermieri e i fisioterapisti possono formarsi in sale operatorie che riproducono, grazie alle nuove tecnologie, le situazioni reali. Prima di trovarsi faccia a faccia col paziente, in corsia, dove gli studenti arrivano a un certo punto del percorso di studi, hanno sperimentato le tecniche diagnostiche e chirurgiche su manichini di ultimissima generazione. Definirli robot non è un’esagerazione.

La robotica si sta ritagliando, in chirurgia, spazi sempre più ampi. Gli interventi sono sempre più precisi, meno invasivi e quindi meno pericolosi. Chi si ostina a negare il contributo della tecnologia alla medicina non ha idea di quanto straordinario possa essere il lavoro dell’uomo che guida una sofisticatissima macchina che altri uomini hanno ideato e messo a punto. Non ha idea di quante vite in più l’uso di strumenti innovativi possa salvare.

Analizzare l’immagine di un organo con l’aiuto dell’intelligenza artificiale rappresenta un grandissimo vantaggio, per medici e pazienti. Insomma, della tecnologia non si può più fare a meno, a patto che essa sia impiegata con cognizione, e mai abbandonando la specificità dell’approccio umano. Non si potrà mai fare a meno neanche della solidarietà, come dimostrano le attività della Sezione locale dell’AIL, guidata dalla presidente Patrizia Casarotti.

Lo spirito solidale è la fiamma che alimenta la missione dell’Associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e i mielomi. I donatori tarantini sono molto generosi, negli anni hanno consentito all’associazione di crescere, progettare sempre nuove attività e affinare il modello di assistenza offerto ai pazienti ematologici. Sostenere l’AIL significa guardare avanti, significa contribuire al progresso della ricerca scientifica, ma soprattutto significa essere vicini a chi soffre. Non c’è momento più bello di quello in cui si aiuta qualcuno a rialzarsi. I pazienti si rialzano anche grazie ai donatori, a chi crede nell’AIL e nei suoi valori. Sosteniamo sempre l’Associazione. Un grazie speciale a tutti!

Le malattie del sangue non vanno in vacanza

I pazienti con sindromi mieloproliferative croniche potrebbero essere più a rischio di altri, nel momento in cui dovessero contrarre il virus Sars-CoV-2. Non esiste sufficiente letteratura a riguardo, ma i primi dati confermerebbero questa ipotesi.

Ne rende conto sul suo sito la Fondazione Gimema, che riporta uno studio osservazionale internazionale apparso sulla rivista Blood Cancer Journal. La ricerca, avviata dal professor Tiziano Barbui, dell’Università Milano-Bicocca, si concentra prevalentemente sugli effetti a lungo termine della Covid-19. Trentotto i centri ematologici che hanno partecipato allo studio. L’approccio internazionale (i Paesi coinvolti sono Spagna, Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Polonia) è il modo migliore per affrontare sfide del genere, sicuramente più premiante.

Nelle malattie mieloproliferative un difetto del funzionamento della cellula staminale mieloide determina una sovrapproduzione di globuli rossi, bianchi e piastrine.

Il Covid è una malattia respiratoria, ma causa un’infiammazione sistemica. I dati finora raccolti hanno dimostrato che influisce anche sul sistema ematopoietico, cioè sul sistema di produzione del sangue e sui vasi. Malattie che comportano una compromissione di questi elementi possono comparire, anche a distanza di tempo, come conseguenza dell’infezione causata dal nuovo coronavirus.

Questa è la ragione per la quale i pazienti ematologici, nello specifico con patologie mieloproliferative dovrebbero stare più attenti, perché potenzialmente più vulnerabili rispetto ad altri soggetti. La persistenza del danno iperinfiammatorio dovuto al virus, può determinare un aggravarsi di una preesistente patologia mieloproliferativa cronica.

Ma gli ematologi sono preparati, sanno che devono prestare attenzioni ancora maggiori a questi pazienti ematologici, in caso di positività al Covid.

Per tutti valgono le solite raccomandazioni: prevenzione, attraverso i comportamenti e, ove possibile, attraverso la vaccinazione completa. Soprattutto nel periodo delle vacanze estive, durante le quali l’attenzione tende ad allentarsi, occorre non abbassare la guardia.

Sono centinaia i pazienti ematologici della provincia di Taranto costretti, nell’ultimo anno e mezzo, a vivere nel timore di ammalarsi anche di Covid. A qualcuno purtroppo è capitato. In questo contesto, l’assistenza dei volontari della Sezione locale AIL diviene ancora più importante.

Si tratta di accogliere le paure dei pazienti, sciogliere i dubbi; l’equipe multidisciplinare responsabile del servizio di assistenza a domicilio non offre solo cure mediche, fornisce informazioni su come affrontare le terapie, come comportarsi in caso di sospetto contagio da Sars-CoV-2 e garantisce il sostegno forse più importante, in questo momento, ovvero quello psicologico, sia ai pazienti che alle loro famiglie.

A proposito di malattie del sangue, non dimentichiamo di donare il sangue prima di andare in vacanza. Le malattie non vanno in ferie, i pazienti ematologici hanno spesso bisogno di trasfusioni. Ricordiamo di fare questo gesto; i centri trasfusionali sono attrezzati perché le donazioni siano accolte in sicurezza.

Un pensiero rivolto a chi affronta una patologia “importante” ci farà sentire meglio. Qualcuno potrà continuare a coltivare i suoi sogni grazie ai nostri gesti di solidarietà. Per donare il sangue, basta rivolgersi all’ASL di Taranto (consultare il sito web). Per sostenere la Sezione provinciale dell’AIL invece, la pagina del sito dedicata offre tutte le informazioni di cui si può avere bisogno.