I MITI DEGLI ANNI ’80 PER AIL

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In aumento gli inquinanti che favoriscono le malattie onco-ematologiche

Nel corso degli anni si è allungata la lista degli elementi chimici finiti, in qualche modo, sul banco degli imputati. Tali elementi inciderebbero in modo significativo sulla salute dell’uomo, a determinati livelli di esposizione (esattamente quel tipo di esposizione che riguarda noi tutti, in particolar modo i residenti in aree ad alta concentrazione industriale o nelle grandi città. Siti dove evidentemente le emissioni inquinanti, dovute anche al traffico veicolare giornaliero, sono più pericolose).

Come scriviamo spesso, è la dose che fa il veleno. Alte concentrazioni di diossina, la presenza nell’aria delle polveri sottili e di sostanze di ogni genere non possono che nuocere alla salute. Non è una novità. Il dato su cui riflettere sta invece nella grande varietà di particelle o sostanze che possono creare problemi di salute pubblica. 

Lo ha sottolineato Adriano Venditti, direttore dell’Uoc di Ematologia Fondazione Policlinico Tor Vergata, durante il suo intervento al terzo convegno Curare è prendersi cura, dal titolo ‘Impatto ambientale e rischio sanitario’, organizzato dall’Ail (Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma). Venditti ha richiamato l’attenzione anche sull’urgenza di un cambiamento di prospettiva, rispetto alle strategie di diagnosi e alla cura delle malattie ematologiche. 

Il paziente è un attore fondamentale nell’interazione con i sanitari, non solo perché va curato, ma anche perché va ascoltato e correttamente informato sulle ultime novità della ricerca scientifica, sulle nuove tecniche diagnostiche e sulle terapie disponibili per le diverse patologie. In questo modo, il paziente diviene consapevole del percorso che dovrà affrontare e, al tempo stesso, è parte attiva di quel percorso. Lo dimostra anche il convegno AIL, aperto alle associazioni di pazienti. 

Tra i fattori maggiormente responsabili delle leucemie, in particolare delle forme acute, possiamo citare le radiazioni ionizzanti, l’esposizione al benzene, il contatto prolungato e costante con la formaldeide, con la diossina, eccetera. Venditti sottolinea che a differenza di quel che accade nell’ambito ematologico, dove si sono già raccolte moltissime evidenze, per quel che riguarda le malattie autoimmuni, l’obesità e altre condizioni patologiche si resta, per il momento, in una zona grigia. 

Occorre che si approntino modelli statistici appropriati ai cambiamenti dei contesti e metodi di rilevazione sempre più sofisticati, ha dichiarato Venditti. Se la scienza e la medicina devono collaborare con altri ambiti, è necessario che si mettano a punto nuovi strumenti di lavoro e nuove strategie.

Con riferimento al benzene, possiamo affermare che esso sia praticamente ovunque. Contribuiscono a diffondere la sostanza chimica organica le attività umane, in particolare quelle industriali, i gas di scarico delle automobili e gli eventi naturali (per es. gli incendi). Può inquinare l’acqua attraverso gli scarichi illegali. Anche il fumo di sigaretta contribuisce a incrementare i livelli di benzene nell’aria. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro lo ha classificato come sostanza che sicuramente causa il cancro nell’uomo. Attenzione questa categorizzazione non deve spaventare, sono diversi i fattori che concorrono alla genesi delle cellule tumorali.

Certamente fare prevenzione significa ridurre il più possibile il numero di questi fattori, ma i dati diffusi mostrano purtroppo il contrario, cioè un loro incremento. I dati fanno emergere le relazioni strette esistenti tra ambiente e malattie onco-ematologiche. Su questo nesso è importante lavorare, perché in futuro si possa abbassare il numero delle diagnosi e quindi dei decessi. Sosteniamo l’AIL, sosterremo la costruzione di un futuro migliore.

Convegno Nazionale AIL: la malattia ha origini sociali ed economiche, non solo biologiche

Chiusi i lavori del Terzo Convegno Nazionale AIL Curare è prendersi cura, si torna sul campo con una consapevolezza ancora più grande. Anche l’Ail Sezione di Taranto, come la sua pagina Facebook mostra, ha partecipato all’evento svoltosi a Roma.

La presidente Patrizia Casarotti ha portato il contributo di un’Associazione molto attiva sul territorio jonico. La specificità di Taranto rispetto ad altri siti è nella sua convivenza pluriennale con l’industria. Quindi le parole di Casarotti hanno assunto un particolare rilievo nel contesto di un convegno che vedeva al centro delle relazioni i nessi, ormai da anni provati, tra l’esposizione agli inquinanti ambientali e le conseguenze sulla salute dei cittadini. Interessante anche la testimonianza di Valeria Rotoli dell’Ail di Napoli e di Giuseppe Navoni, Ail Brescia, altri luoghi fragili dal punto di vista ambientale.

I nostri link (sulla pagina Facebook) rimandano ai vari contributi audio e video. Con questo contenuto cerchiamo di offrire invece un resoconto, seppure stringato, dell’evento.

Un dato purtroppo non positivo, diffuso nel corso del convegno, ha reso ancora più urgente la necessità di interventi strutturali seri, rispetto all’inquinamento e alle sue fonti. L’Italia è il Paese che conta un maggior numero di decessi in Europa attribuibili all’inquinamento, dopo la Francia e la Germania. I decessi prematuri, nel nostro Paese, sono quasi 60.000. Secondo il VI Report Sentieri dell’Istituto Superiore di Sanità si registrano 1.409 decessi in età pediatrica e adolescenziale e quasi 1.000 tra i giovani adulti, nei quarantasei siti che il rapporto ha esaminato.

Si è parlato, durante il Convegno, di benessere e qualità della vita. Sono le due domande alle quali la ricerca risponde. Non solo cura e guarigione, dunque; l’attenzione deve essere rivolta anche ai pazienti ai quali viene diagnosticata una patologia ematologica cronica e a tutte le possibilità che la scienza può aprire perché quei pazienti possano convivere nella maniera migliore possibile con la patologia. Perché possano farlo il più a lungo possibile, senza rinunciare alle loro passioni, ai legami affettivi, alle attività che danno valore alle giornate.

Il Presidente nazionale AIL Pino Toro ha ricordato quanto sia importante raccogliere i numerosissimi dati scientifici a disposizione, sull’inquinamento ambientale, per mettere in atto misure urgenti a tutela della salute pubblica.

La normativa europea in materia ambientale è probabilmente la più avanzata al mondo e dovrebbe essere recepita dall’Italia più celermente, ai fini di una maggior tutela del diritto alla salute, come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività all’ambiente. Sul piano della salute, infatti, non è sufficiente agire sull’aspetto della cura dei tumori, ma è necessario intervenire sui fattori di rischio.

L’intervento di Massimo Scalia, fisico-matematico del Dipartimento di Matematica dell’Università Sapienza di Roma ha avviato i lavori della prima sessione del convegno. Scalia si è soffermato sugli effetti di lungo termine dell’esposizione ai campi elettromagnetici, mentre Giorgio Cattani, responsabile della sezione monitoraggio della qualità dell’aria di ISPRA, ha accompagnato i presenti in una riflessione sul benzene aerodisperso, quello che respiriamo quotidianamente.

L’ultima sessione del pomeriggio, dedicata al benessere e alla qualità della vita, è stata introdotta da Aurelio Angelini, professore ordinario di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio dell’Università di Enna Kore. La prevenzione è fondamentale per evitare di imbattersi, nel corso della vita, in una malattia onco-ematologica. Il primo passo da fare è migliorare il proprio stile di vita, con un’alimentazione equilibrata, la costanza nell’attività fisica. Parallelamente è importante che si segua un proprio calendario di esami da effettuare ogni anno. Screening che salvano la vita.

Angelini ha sottolineato che la malattia è uno squilibrio tra fattori sociali, personali ed economici, e cause biologiche. Fra i fattori che provocano la malattia vi sono la paura, le tensioni emotive, gli agenti tossici presenti nell’aria, nel cibo e nell’acqua, l’eccesso di alcolici e di grassi alimentari, la carenza di esercizio fisico e di sufficienti periodi di riposo. Per queste ragioni è indispensabile agire su diversi piani per mantenere l’equilibrio tra individuo e ambiente, in modo da realizzare un’efficace strategia di prevenzione e benessere.