Le cure palliative precoci e simultanee salvano la qualità di vita dei pazienti

La conoscenza è importante. Si affianca alle cure, alle terapie, rendendone manifesti gli obiettivi e le controindicazioni e aiutando il paziente ematologico ad affrontare la malattia con strumenti robusti ed efficaci.

Ecco perché l’AIL Sezione di Taranto comunica ai pazienti che assiste e a tutti i lettori della pagina Facebook e del sito che è in programma, fra pochi giorni, un importantissimo convegno. Il titolo dice già tutto: Le cure palliative precoci in emato-oncologia. La nuova risposta ai bisogni di pazienti e caregivers.

L’evento si tiene a Roma, il 19 maggio, presso l’Hotel Donna Camilla Savelli, nella fascia oraria 10-16.30. Chiunque si trovasse nella capitale in quei giorni avrebbe l’opportunità di ascoltare (purché iscritto a un’associazione di pazienti) interventi degli esperti SIE (Società Italiana di Ematologia), SIES (Società Italiana di Ematologia Sperimentale) e AIOM (Associazione italiana di oncologia medica).

Sarà interessante anche poter raccogliere il contributo di luminari che operano in Canada e negli Stati Uniti d’America. Il congresso si rivolge prima di tutto agli addetti ai lavori, ma vuole coinvolgere anche i pazienti e le loro famiglie nell’ottica di quell’interrelazione che è necessario si crei quando si affronta una patologia impegnativa, come lo sono quelle tumorali.

Il tema oggetto del congresso è qualche volta sottovalutato, almeno in alcune realtà del nostro Paese. Ma le ‘cure palliative’ meritano attenzione e rispetto, quanto le altre. È fondamentale che ogni paziente abbia la possibilità di convivere con la patologia, quando questa si riveli refrattaria ai trattamenti tradizionali e sperimentali. È ormai riconosciuto da un’ampia letteratura internazionale che le cure palliative precoci e simultanee siano in grado di fare la differenza, sia dal punto di vista clinico, sia per la qualità di vita della persona in cura e di coloro che di quella persona si occupano.

Devono essere integrate per tempo nel percorso terapeutico; in questo modo la loro efficacia diviene tangibile per il paziente e per i suoi familiari. Perché si definiscono precoci? Per il semplice fatto che vengono inserite tempestivamente nel percorso di cura di una malattia cronica ad andamento degenerativo.

I medici cercano di individuare le esigenze del paziente, consultandolo e parlando con la sua famiglia, con le persone a lui vicine. Insieme, ematologi e pazienti, tracciano un percorso che miri a eliminare o attenuare i sintomi della malattia e a garantire alla persona in terapia un approccio alla vita il più possibile gratificante.

Il congresso di Roma è organizzato dalla Fondazione Gimema, con il supporto dell’AIL di Roma e di Bari; è accreditato presso il Ministero della Salute. Per l’iscrizione (gratuita) è sufficiente registrarsi attraverso il link che segue: https://manage.ercongressi.it/event/subscription/245 o visitando il sito Gimema.

Supportando l’AIL, si offre sostegno anche a iniziative come questa. Doniamo il 5X1000 all’AIL (C.F. 80102390582).   

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