Via libera al testo unificato sull’oblio oncologico: battaglia di civiltà vinta

Approvato, dalla XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, il testo unificato del disegno di legge sull’oblio oncologico. Una battaglia civile che può dirsi vinta, dunque, portata avanti con forza e determinazione. L’obiettivo: restituire dignità agli ex pazienti oncologici, restituire loro il diritto legittimo di non essere stigmatizzati per essersi ammalati. Una consuetudine ‘medievale’, intollerabile per un Paese che si dica evoluto, come l’Italia. In ambito europeo, infatti, ben cinque Paesi hanno già provveduto ad approvare normative in favore dell’oblio oncologico. Si tratta del Lussemburgo, dell’Olanda, del Belgio, della Francia e del Portogallo. 

Ora si attende il passaggio del Testo alla Camera, il prossimo 24 luglio, prima della pausa di agosto. Ricordiamo che c’è una risoluzione europea che spinge i Paesi UE a regolare questa materia entro il 2025. Se il testo dovesse passare alla Camera a luglio, l’Italia avrebbe raggiunto un importante traguardo di civiltà, ben prima della scadenza.

L’oblio oncologico prevede che ogni ex paziente abbia il diritto di non rivelare informazioni sul suo passato sanitario. Ciò significa che qualunque soggetto (imprese assicurative, datori di lavoro, banche, istituti scolastici, etc.) non può e non deve indagare sulle malattie pregresse del proprio cliente o dipendente. La malattia oncologica, quella ematologica che sono state archiviate, quindi dichiarate in remissione completa non devono più essere un ostacolo o una fonte di discriminazione per chi ne è stato colpito. Paradossale che oltre alla patologia, si debba anche subire le conseguenze pratiche della stessa, in ambito lavorativo o in altre sedi. 

Il testo approvato in Commissione prevede due step differenti: chi ha avuto il cancro dopo i 18 anni potrà ricorrere all’oblio a dieci anni dal termine delle cure; chi invece ha ricevuto una diagnosi di cancro prima dei 18 anni potrà contare su un termine di cinque anni (sempre dalla fine delle cure). 

Il numero delle persone che guariscono da una malattia onco-ematologica è in crescita, grazie ai costanti progressi della ricerca scientifica. La nuova legge, quindi, è più che mai necessaria, per garantire a chi guarisce pari diritti rispetto a chi non ha sperimentato la malattia. L’aspettativa di vita, in moltissimi casi, è la stessa. Non si vede dunque il motivo per il quale a un ex paziente oncologico o ematologico debba essere negato un mutuo o la stipula di un’assicurazione. 

Anche l’AIL di Taranto ha promosso la campagna per l’oblio oncologico attraverso l’informazione puntuale, rivolta non soltanto ai pazienti assistiti dai volontari, ma anche a tutti gli altri cittadini. Una delle più importanti attività dell’Associazione è la promozione del valore della ricerca scientifica. Facciamo in modo che possa continuare a segnare tappe importanti, nella lotta alle malattie ematologiche. Se sosterremo i ricercatori tutti insieme, i risultati continueranno ad essere brillanti. La guarigione dipende dalle nuove opzioni terapeutiche, dal sostegno che i pazienti ricevono (anche emotivo) e dall’impegno di migliaia di volontari Ail in tutta Italia. 

CONDIVIDI: