Qualche tempo fa, il pianista e compositore Giovanni Allevi ha scritto su Twitter che il mieloma multiplo è una malattia dal nome dolce, ma non per questo meno insidiosa. È in effetti una patologia del sangue che può essere molto dolorosa. I pazienti con mieloma multiplo devono spesso affrontare delle sofferenze dovute alla frattura delle ossa e al danneggiamento di altri tessuti. Ciò avviene perché a essere colpite sono le plasmacellule, importanti per il sistema immunitario di ciascuno di noi. La trasformazione delle plasmacellule mielomatose in cellule tumorali favorisce la produzione di quantità abnormi di un’immunoglobulina. La proliferazione incontrollata delle plasmacellule (che invadono l’osso) e l’eccesso dell’immunoglobulina causano danni ai tessuti, agli organi e agli elementi del sangue.
La malattia colpisce generalmente le persone over 50. Per loro, la terapia del dolore è importantissima, come supporto durante le cure. Non esistono screening per questo genere di patologia; normalmente il paziente si accorge di avere dei problemi proprio nel momento in cui avverte dolore e quando quel dolore è persistente.
Tra i sintomi del mieloma multiplo, oltre alla sofferenza delle ossa: l’anemia, la vulnerabilità alle infezioni, l’eccesso di calcio nel sangue, l’insufficienza renale e diverse alterazioni neurologiche.
Per la terapia del dolore, si ricorre quasi sempre ai farmaci oppioidi, ai quali possono essere associati medicinali a base di cortisone e altre molecole. Ai dolori della malattia possono aggiungersi gli effetti collaterali dei trattamenti chemioterapici, per esempio le neuropatie.
Si può avere difficoltà a muovere le mani, a camminare, se si è affetti da questa malattia. I dolori dovuti alle neuropatie correlate al mieloma sono, tuttavia, di natura diversa rispetto a quelli ossei. A sottolineare questo aspetto è Flaminia Coluzzi, Docente e Responsabile del Centro Terapia del Dolore Onco-Ematologia, presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma.
I pazienti con lesioni al sistema nervoso lamentano formicolii, punture di spillo, scosse elettriche, anche se non c’è nella realtà alcuno di questi stimoli. Hanno difficoltà nei movimenti fini, come allacciarsi le scarpe, abbottonarsi una camicia o maneggiare i soldi. Quello che è importante sottolineare è che si tratta di un dolore “patologico”, che si accompagna a modificazioni funzionali e strutturali del sistema nervoso centrale, alimentate dal rilascio di citochine infiammatorie che portano alla neuro-infiammazione e facilitano la trasmissione del dolore (Tutte le informazioni sulla terapia del dolore fornite dalla professoressa Coluzzi sono consultabili sul sito Ansa).
Alleviare il dolore che la malattia e le terapie comportano è possibile e doveroso, per la medicina. Si utilizzano analgesici e medicinali in grado di inibire alcuni neurotrasmettitori e composti che regolano le cellule pro-infiammatorie.
L’AIL svolge un ruolo fondamentale anche nell’assistenza che offre ai pazienti che necessitano di terapie per alleviare il dolore, accanto alle cure e ai percorsi di mantenimento. Una migliore qualità della vita è possibile per tutti i pazienti onco-ematologici. Aiutiamo l’Associazione ad assisterli. Sosteniamo l’Ail, favoriremo l’assistenza dei pazienti e la ricerca scientifica.