Nuove strategie di diagnosi per il mieloma multiplo

La sopravvivenza al mieloma multiplo è aumentata. È tre/quattro volte superiore a quella di 20 anni fa. Un risultato enorme raggiunto grazie all’impegno di tutti coloro che ogni giorno lavorano per rendere le malattie onco-ematologiche sempre più curabili.

Ogni anno in Italia le diagnosi di mieloma multiplo sono circa cinquemila. Come sappiamo bene, non tutti i pazienti possono essere curati con gli stessi farmaci. A disposizione dei medici e dei centri di cura esistono diverse opzioni. Con alcuni degli ultimi contenuti, abbiamo fatto riferimento alle terapie CAR-T e agli anticorpi bi-specifici.

La nuova frontiera della ricerca e della medicina consente di scegliere trattamenti in base alle caratteristiche della malattia e del paziente; consente, quindi, cure sempre più mirate. Come ha sottolineato il professor Nicola Giuliani (Ematologia Aou Parma), dal 2014 è cambiato l’approccio diagnostico al mieloma multiplo. Oggi è possibile, grazie alle nuove strategie di diagnosi, distinguere tra le forme precancerose e quelle che sono già malattie. I marker di malignità sono in grado di fare una diagnosi precoce. Individuare lesioni potenzialmente maligne, che non possono ancora definirsi malattia ematologica, è importantissimo. Si riesce, in questo modo, a intervenire altrettanto precocemente. Si valuta soprattutto lo scheletro, con TAC e Risonanza Magnetica Nucleare (Fonte: AskaNews).

Spesso la TAC non rivela anomalie, che invece la Risonanza è in grado di evidenziare. Riesce a mettere in luce anche piccole lesioni focali. Sono piccole lesioni dei tessuti, che vanno approfondite. Non danno naturalmente sintomi.

È importante sapere anche che esistono nuove terapie (ne abbiamo scritto spesso e continueremo a farlo) in grado di stimolare il sistema immunitario della persona colpita dal mieloma multiplo o da altre malattie del sangue. I linfociti T (elementi di difesa dell’organismo) vengono in qualche modo potenziati, sia con le terapie CAR-T, sia con gli anticorpi bi-specifici, e tornano a essere attivi contro le cellule tumorali.

I protocolli di cura sono estesi a tutte le regioni italiane; spesso però i centri di cura sono distanti dalla città di residenza del paziente. Qui entrano in gioco le residenze AIL, che offrono ospitalità ai pazienti e alle loro famiglie, nel momento in cui devono spostarsi. Lasciare la loro città di residenza, per raggiungerne un’altra, allo scopo di garantire le cure al familiare che si è ammalato.

Le residenze Ail si trovano in diverse città italiane in cui l’Associazione è presente, sono disponibili anche a Taranto. Sostenere l’AIL significa dunque sostenere questo genere di progetti, significa supportare i volontari che assistono i pazienti ematologici a domicilio, vuol dire alimentare la ricerca scientifica. Tra poco è Pasqua. Assicuriamoci un Uovo di cioccolato AIL, un Calimero di cioccolato o uno dei tanti gadget AIL. Con un piccolo contributo daremo una grande mano alla ricerca, ai pazienti e ai volontari. (Per ordinare le uova e gli altri gadget chiamare il 𝟯𝟮𝟴 𝟲𝟰𝟮 𝟯𝟱𝟵𝟬).

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