Cure personalizzate per i bimbi con leucemia linfoblastica acuta

La rivista Nature Medicinenotizia di uno studio condotto allo scopo di migliorare le strategie di cura rivolte ai bambini affetti da leucemia linfoblastica acuta.

Il team di ricercatori statunitensi e di Singapore ha confermato la tesi, ormai sostenuta da molti scienziati, secondo la quale ogni bambino dovrebbe ricevere una cura personalizzata, a misura di leucemia riscontrata.

Lo studio ha infatti preso in esame ventitré sottotipi di leucemia linfoblastica acuta, mettendoli in relazione con le cure chemioterapiche che generalmente vengono impiegate per trattare la malattia.

Nella ricerca in questione non è stato usato un solo genere di farmaco chemioterapico, ma diciotto diversi medicinali appartenenti alla categoria. Si è visto che ogni piccolo paziente reagisce diversamente al trattamento a base di ogni singolo composto chemioterapico utilizzato.

Questi risultati, lo sottolineiamo, testimoniano ancora una volta che la direzione corretta verso la quale procedere per la cura delle leucemie infantili è quella dell’intervento mirato. Trattamenti che tengano conto delle caratteristiche del paziente, della sua risposta iniziale ai farmaci somministrati e della reazione dell’organismo alla terapia.

Si può cambiare strategia di intervento, in corso, se il trattamento non dà i risultati voluti. È quel che si fa anche con i pazienti pediatrici e adulti che non rispondono alle cure tradizionali, somministrate per combattere altre malattie.

Nei centri di ricerca, sostenuti anche dall’AIL, si cerca di individuare nuovi approcci farmacologici e non alle malattie.

Attualmente le leucemie linfoblastiche acute vengono affrontate, in ambito pediatrico, in maniera uniforme.

Si prescrive la stessa combinazione di chemioterapici a tutti i pazienti, con delle correzioni ovviamente, per differenziare comunque la terapia. I farmaci utilizzati sono in genere dieci o dodici.

Come sappiamo, la malattia è molto aggressiva, soprattutto quando si manifesta nei piccoli pazienti.

La leucemia linfoblastica acuta colpisce le cellule del sangue. Quando una cellula del midollo osseo si ammala non raggiunge le altre destinate a comporre il corredo di elementi che difendono l’organismo dagli agenti patogeni, ma muta in cellula tumorale. Il suo replicarsi incontrollato dà origine alla leucemia.

Tutto può avere origine da un singolo linfoblasto malato. Si tratta di una cellula che “produce” i globuli bianchi chiamati linfociti. Essenziali, questi ultimi, per il sistema immunitario. Quando il DNA del linfoblasto presenta delle anomalie, la cellula si ammala mutando e moltiplicandosi. Questo patrimonio di cellule malate si deposita nel midollo osseo inizialmente, per poi emigrare in altre aree del corpo. In questo modo si ammalano gli altri tessuti, compresi il fegato e il sistema nervoso centrale.

Questo tipo di leucemia è il tumore più diffuso nella popolazione infantile.

Tra i fattori di rischio, la familiarità (la presenza di un fratello o una sorella che si sono ammalati); alcune alterazioni genetiche o del sistema immunitario. Per fare in modo che la ricerca riesca a trovare cure adatte per tutti i sottotipi di leucemia e per tutti i bambini, occorre sostenere la ricerca scientifica.

Sostenerla in tutti i modi possibili. Anche una piccola donazione in favore dell’Ail può fare la differenza. Insieme possiamo fare in modo che i bambini affetti da leucemia linfoblastica acuta guariscano. Sosteniamo l’Ail, anche soltanto assicurandoci un Uovo di Cioccolato.

Grazie a tutti!

Le mieloproliferative Ph- al centro di un seminario Ail medici – pazienti. Come fare per partecipare

Il prossimo Seminario Pazienti – Medici si tiene il 15 aprile, tra le 9 e le 13.30. Prosegue, subito dopo la Pasqua, il lavoro di comunicazione che l’AIL ha avviato da tempo, con i suoi pazienti. I seminari rappresentano un momento di confronto importantissimo. I pazienti hanno infatti la possibilità di dialogare con ematologi esperti e di porre loro delle domande. 

La modalità di partecipazione consente l’accesso a tutti, a prescindere dalla città di residenza. È sufficiente avere un dispositivo (computer, tablet, smartphone) e una connessione, per essere presenti a distanza. Le malattie mieloproliferative croniche Ph- sono il tema del prossimo seminario. I medici faranno chiarezza sulle possibilità di trattamento attualmente disponibili. 

L’iscrizione si effettua aprendo la pagina che segue. Naturalmente è possibile partecipare in presenza. Il seminario si tiene a Reggio Calabria. https://pazienti.ail.it/seminari/seminario-pazienti-medici-malattie-mieloproliferative-croniche-ph/.

Quando parliamo di Malattie Mieloproliferative Croniche Philadelphia Negative ci stiamo riferendo a quelle neoplasie generate dalla moltiplicazione incontrollata di staminali midollari. Queste cellule impazzite proliferano e causano l’aumento delle cellule mature del sangue, cioè dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine. Elementi che circolano in eccesso nel sangue. Qualche volta tali patologie possono condurre a fibrosi del midollo. Un’eventualità da scongiurare.  

La fibrosi midollare è infatti una vera e propria modificazione della struttura del midollo osseo, di conseguenza anche le sue funzioni ne sono influenzate e modificate. Le complicazioni della malattia (della mielofibrosi secondaria) possono essere di tipo trombotico ed emorragico. Episodi di questo tipo si presentano quando la malattia è in fase avanzata. Tuttavia, non bisogna allarmarsi di fronte a una diagnosi. La prognosi della trombocitemia essenziale (per citare una delle malattie della categoria) è di solito favorevole. Le complicanze trombotiche arteriose gravi sono rare. 

I trattamenti che vengono proposti ai pazienti affetti da una patologia mieloproliferativa cronica hanno l’obiettivo di ridurre il più possibile le complicanze. La Policitemia Vera, la Trombocitemia Essenziale e la Mielofibrosi Primaria rientrano nella categoria delle mieloproliferative croniche Philadelphia negative. 

La ricerca è importantissima nel caso delle patologie croniche; le terapie sono un sostegno fondamentale, poiché aiutano il paziente a convivere con i sintomi della malattia. Si fa in modo che essa non diventi un ostacolo allo svolgimento delle attività quotidiane. L’Ail di Taranto consiglia l’iscrizione al corso on line ai pazienti, alle loro famiglie e a chiunque sia interessato ad approfondire l’argomento. Per alimentare la ricerca e offrire a tutti maggiori chance di guarigione, sosteniamo l’AIL. Insieme si può fare: le neoplasie del sangue si possono battere. 

I numeri testimoniano l’importanza della ricerca. Le Uova AIL sono un regalo bellissimo

Grande successo della raccolta fondi di Pasqua. La pagina Facebook della Sezione locale di Taranto è un trionfo di colori e di volti sorridenti. Sono naturalmente le immagini scattate lo scorso fine settimana, nei luoghi che hanno ospitato la distribuzione delle Uova di Cioccolato AIL. Anche il personale della Struttura di Ematologia dell’ospedale S.G. Moscati ha contribuito alla raccolta fondi. 

Una grandissima iniziativa di solidarietà che unisce ogni anno tutta l’Italia, da Nord a Sud. Una testimonianza di quanto possa essere forte e gioiosa la vita, pur nelle difficoltà della malattia ematologica.

La ricerca scientifica e la vita trionfano sempre quando sono sostenute da milioni di sorrisi e di donazioni. A Taranto e nella sua provincia i banchetti dell’Ail hanno, come sempre, attratto l’attenzione dei cittadini. Tante le uova distribuite e tanti, dunque, i sogni da realizzare; i sogni che insieme possiamo contribuire ad alimentare. 

Sono i sogni dei pazienti ematologici. Ognuno di noi ha un progetto da portare avanti. Facciamo in modo che i progetti di vita dei pazienti ematologici non si interrompano, che possano invece ricevere un impulso proprio dalla malattia. 

È accaduto a tante persone che si sono ammalate. Le cure mediche, quelle dei familiari, degli amici e dei volontari Ail hanno accompagnato queste persone verso la guarigione. Essi hanno riscoperto la vita, anzi ne hanno scoperto una migliore della precedente. 

La ricerca scientifica serve a dare una nuova possibilità a tutti. Si può ricominciare anche dopo una malattia ostinata, che sembra non voler mollare. Bisogna impiegare tutta la forza di volontà che si possiede e trovare anche quella che apparentemente non c’è. Senza le raccolte fondi Ail, i pazienti e le loro famiglie sarebbero più soli. Senza le nostre donazioni, la ricerca stenterebbe. 

I numeri che seguono devono farci riflettere: un euro investito in uno studio clinico significa tre euro in termini di vantaggi e benefici per il Servizio Sanitario Nazionale. Il costo medio di una ricerca in ambito oncologico è di 512 mila euro. Si tratta di un investimento per il futuro, dato che i risultati di quella ricerca significano il risparmio di una cifra pari a più del doppio di quella spesa. Nell’ambito onco-ematologico si risparmierebbero, secondo le stime, circa 400 milioni di euro all’anno (Fonte Ansa). Nel nostro Paese non si fanno abbastanza investimenti nel settore sanitario. La politica viene sollecitata continuamente da medici e ricercatori, perché la spesa sanitaria cresca. Se la ricerca riesce a far guarire oltre il 70% delle leucemie è anche grazie agli investimenti privati, alle nostre donazioni. Auspicando il doveroso impegno della politica sul fronte sanitario, cerchiamo di aiutare i medici e i pazienti! Sosteniamo l’AIL! Le Uova sono ancora disponibili. In ogni caso, si può donare in tanti modi diversi. Il mare è fatto di gocce. Ricordiamocelo!